Praticare il silenzio. Una forma di meditazione

La natura ci dà una mano

A volte siamo sopraffatti dalle emozioni, dalla gioia oppure dalla rabbia, dalla stanchezza, dalla insoddisfazione. Allora è il momento di cercare delle strategie per recuperare il senso del tempo presente, dell’istante che stiamo vivendo. Una di queste è praticare il silenzio.

Il silenzio ferma la mente e tutte le sue proiezioni.

Permette di capire quale può essere l’azione giusta in un determinato momento.

Può aiutare anche gli altri, sì, perché il silenzio spiazza. Nel bel mezzo di una discussione, quando non si capisce più neppure perché la si è cominciata, tacere può essere l’unico modo per ricomporre frasi uscite di bocca senza pensare. Può placare il desiderio di provocare, di sopraffazione che l’altro o noi stessi abbiamo sguinzagliato.

E la natura ci dà una mano.

Lasciati andare al richiamo delle sensazioni, ai colori, ai profumi.

Un tramonto può essere una visione catartica. Un bosco appare improvvisamente di un verde più verde. Il rumore dell’acqua una melodia. la tela di un ragno un’opera perfetta.

Ti sembra di vedere per la prima volta cose che invece ti sono passate davanti milioni di volte.

Il silenzio è riposo della mente, della lingua e delle orecchie. E trasforma anche il proprio aspetto. Una persona silenziosa appare più dolce, rilassata, vera. E magari a chi ti sta di fianco ritorna la voglia di avvicinarti, anche in questo caso come se fosse la prima volta.

Per cui, sshh…

 

 

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